DI: Roberto di Meo
Terremoti, dallo spazio le nuove 'sentinelle' ci proteggeranno. Da qui ai prossimi tre anni l'Italia e la Cina metteranno in orbita due satelliti che avranno lo scopo di monitorare, o meglio, di analizzare con una possibilità di previsione, i terremoti (eventuali precursori sismici). Si tratta di una impresa eccezionale e l'Italia partecipa alla missione con il progetto Limadou che è il nome cinese con il quale veniva chiamato Matteo Ricci (Li Madou). Un satellite, una volta in orbita, cercherà di agguantare le perturbazioni della ionosfera che, si pensa, possano essere associate ai terremoti. Sembra, ma è tutto da verificare, che prima di un terremoto, dalla terra, si sviluppano delle onde elettromagnetiche che creano delle particolari perturbazioni nella fascia di Van Allen che circonda il nostro pianeta. Detta così sembrerebbe una cosa facile, siccome però la ionosfera è percorsa da miliardi di onde elettromagnetiche di qualsiasi tipo, dai segnali radio a quelli televisivi e via dicendo, il satellite Limadou, che nel 2019 avrà accanto un suo gemello, dovrà individuare proprio quelle che vengono generate sulla terra prima di un evento sismico. La missione si chiama Cses (China Sismo-Elettromagnetic Satellite) e verrà lanciata questa estate.
"Limadou - sottolinea la dottoressa Simona Zoffoli, program manager dell'Agenzia spaziale italiana - è un rilevatore di particelle che cercherà di agguantare le perturbazioni che avvengono, nella regione superiore dell'atmosfera, in occasione di eventi sismici. In precedenti missioni spaziali si è notato che nella ionosfera e magnetosfera, quando si verifica un terremoto, si registrano alcuni comportamenti anomali del campo elettrico (anomalie di tipo elettro-magnetico, ionosferico e magnetosferico). In base alle ricerche fin a qui effettuate si ritiene che siano emissioni di onde elettromagnetiche provenienti dalla crosta terrestre. Il progetto dunque mira a isolare queste perturbazioni e capire, in futuro, se queste possono essere considerate come fenomeni precursori di un evento sismico. Una volta in orbita Limadou osserverà la ionosfera per cinque anni da un'orbita posta a 500 chilometri dalla terra e inizierà subito a raccogliere i dati per la comunità scientifica". E proprio questi dati diventeranno estremamente importanti se Limadou funzionerà alla perfezione. "Dall'inizio del prossimo anno - continua la dottoressa Zoffoli - possiamo cominciare a cercare questi particolari segnali e quindi studiarli in maniera approfondita. Il nostro rivelatore di particelle ha già superato tutti i test termici, di termovuoto, meccanici che si sono svolti al Serms di Terni. Addirittura mentre eravamo nei laboratori abbiamo pure 'beccato' il forte terremoto del 30 ottobre. Ora il nostro rilevatore è già stato inviato in Cina per i preparativi del lancio che verrà effettuato entro il prossimo mese di luglio". Alla preparazione di questa eccezionale missione scientifica con particolare riferimento al progetto Limadou hanno lavorato le industrie italiane e la comunità scientifica. In particolare hanno partecipato le sezioni di Bologna, Napoli, Perugia e Roma Tor Vergata dell'INFN(Istituto nazionale di fisica nucleare), i laboratori nazionali di Frascati, il Centro Tifpa di Trento Inaf con l'Istituto Iaps e alcuni atenei italiani tra cui Roma Tor Vergata, Trento, Bologna, Perugia e Università tematica internazionale UniNettuno. Questo per dire che la comunità scientifica è impegnata su questo progetto da cui si aspetta risultati importanti. In definitiva la missione italo cinese potrebbe dare, nel tempo, la risposta alla domanda che viene sempre posta quando accadono eventi sismici come quello che è accaduto, e purtroppo ancora in corso, nell'Italia centrale. I terremoti si potranno prevedere?
Il presidente dell'Agenzia spaziale Roberto Battiston, in occasione della presentazione della missione ha tenuto a sottolineare che la scienza potrà dare un contributo importante ma che le incognite sono ancora molte. "Il progetto Limadou - ha detto il professor Battiston - rappresenta una fase di studio particolare e mira a valutare la possibilità di aveva un riscontro di dati dallo spazio, oltre alla rete dei sismografi a terra, in coincidenza di un evento sismico. Ci vorrà ancora molto tempo per trovare la soluzione perché, come spesso accade, le incognite sono molte. Poi c'è anche un altro aspetto molto importante. Anche nel caso di chiara evidenza di segnali che anticipino l'avvento di un terremoto bisognerà valutare il margine di precisione e l'arco temporale che si ha a disposizione. C'è poi da capire chi ha il dovere istituzionale per dare l'allerta in modo affidabile. Tutte cose da verificare accuratamente con rigore scientifico".
Intanto, come detto, il primo lancio della missione è previsto per questa estate mentre si sta già lavorando per la seconda che dovrebbe essere lanciata entro il 2019. Anche in questo caso di tratta di un satellite simile, con gli stessi strumenti, in modo da avere una costellazione che potrebbe interpretare con maggiore precisione e, probabilmente più in fretta, se le perturbazioni della ionosfera potranno essere correlate con l'arrivo di un terremoto.
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