Le cave di Carrara: lavoro & turismo

DI: Piero Gherardeschi
 

Più volte ospite in queste mura Michelangelo Buonarroti quando ad eternare i concetti di sua mente creatrice ai nostri monti per marmi andava".

E' questo il miglior biglietto da visita, impresso in una lapide in piazza del  Duomo, che Carrara possa presentare. Michelangelo scolpì, infatti,  la "Pietà " in un unico blocco di prezioso marmo bianco estratto proprio dalle Apuane. E così anche il Bernini ottenne straordinari effetti con il gruppo "Apollo e Dafne", mentre il Canova riuscì a rendere immortale la bellezza di Paolina Borghese in una straordinaria candida scultura. Le Cave di Carrara, oltre a molte altre cose, sono strumento vivo di arte e cultura che ha attraversato secoli fino a giungere ai giorni nostri se pensiamo alle opere realizzate da Sironi e Henry Moore.

Carrara e le Cave. Carrara e il turismo. Ogni anno 1300 bus, prevalentemente stranieri, si fermano a ridosso di un veccchio distributore di carburante trasformato ora in check point per ritirare il pass e portare più di 50mila turisti in visita. Ma è stimato in più del doppio il numero di persone che ogni anno raggiungono le cave: un paesaggio nel paesaggio, vera interazione fra l'attività dell'uomo e le risorse naturali. Risorse naturali e economiche, bisogna aggiungere, per il molteplice uso che ne viene fatto: dalle centinaia di visite guidate a luogo di  concerti e di set cinematografici, fino a vere e proprie piattaforme scenografiche per la presentazione, in una location così suggestiva, di nuovi modelli di auto.

Quella culturale e turistica è l'immagine delle cave più conosciuta nel mondo. Il tutto si inserisce nel Parco regionale delle Alpi Apuane, che a sua volta fa parte della Rete Globale de Geoparchi e che gestisce la propria attività sotto gli auspici e il controllo dell'Unesco. Ma certo è che la storia ha radici profondissime. La loro escavazione, infatti, ha inizio nel primo secolo d.C.. Da una cava ancora in attività, quella di Polvaccio, proviene il marmo della colonna Traiana. Nel Rinascimento il marmo di Carrara si impose sulle facciate negli interni delle chiese. Ma le statue dei grandi maestri sono solo una parte, la più conosciuta, di un altrettanto importante quantità di opere che vanno dai vasi ai capitelli, dalle colonne alle cornucopie fino si bassorilievi e alle statue che adornano piazze in ogni parte del mondo.

Ma se abbiamo parlato di marmo come strumento d'arte, per Carrara le cave sono anche e soprattutto, imprese, addetti e produzione, punto di riferimento fondamentale nel tessuto socioeconomico della Provincia. Le imprese delle attività dirette sono circa 1100 ed occupano quasi 4500 dipendenti che generano una produzione pari a 1.143.000.000 euro. Le imprese che lavorano all'estrazione del marmo sfiorano il centinaio mentre sono oltre 400 quelle che operano nel settore di taglio e finitura delle pietre. E non si possono dimenticare nel bilancio economico i 2500 addetti  che lavorano nell'indotto. Si tratta di strumenti fondamentali in un'area dove, senza questo contributo, il divario economico con il resto della Toscana sarebbe quasi insostenibile. Del resto anche il settore lapideo ha dovuto fare i conti, da una decina d'anni a questa parte, con la crisi dei mercati finanziari. Numerose aziende hanno spostato il baricentro della loro attività  verso prodotti lavorati e la fornitura e materiali di particolare pregio architettonico. Nel 2015 il valore della produzione delle cave è stato di circa 200 milioni di euro, mentre quello delle aziende che lavorano le pietre e i derivati ha sfiorato gli 800 milioni. L' avvicinamento, come si sostiene da parte degli imprenditori, al mercato dei prodotti finiti è frutto di un accurato lavoro di riposizionamento del marmo sui mercati internazionali. L'operazione ha portato a un'esportazione di prodotti finiti di 370 milioni di euro. Ma l'innovazione non si è fermata soltanto ad una nuova strategia di produzione, si è puntato anche a nuovi profili professionali. Le aziende infatti hanno cominciato ad assumere collaboratori che, oltre ad avere una profonda conoscenza del marmo e delle sue lavorazioni, parlano linguaggi architettonici e sviluppano tecniche informatiche legate alla produzione e al marketing.

Uno sviluppo costante degli strumenti a disposizione che ha coinvolto anche un tema caro a tutto l'indotto: la sicurezza del lavoro. Tra il 2015 e il 2016 nel distretto lapideo Apuano, infatti, si sono verificati alcuni gravi incidenti che hanno portato ad alzare ulteriormente il livello di attenzione. Recentemente,  a questo proposito, è stato firmato un protocollo d'intesa fra le Procure interessate, la Regione  Toscana e la Forestale per il monitoraggio e il coordinamento da parte di tutti i firmatari dei luoghi di produzione con ispezioni e controlli nelle aziende lapidee. Controlli che terranno in considerazione anche il rispetto ambientale e l'assetto idraulico legato a corrette modalità di coltivazione delle cave.

Arte, turismo, ambiente, produzione, lavoro. Sono cinque facce di un'unica medaglia che legano  in modo indissolubile da secoli la storia di Carrara alle sue cave. Un mondo antico,  ma solo all'apparenza, che si muove agevolmente nelle nuove tecniche di vendita e nella diversificazione della produzione a legare magicamente da sempre storia e modernita'.