IN ORBITA PER LA TERZA VOLTA: NONNO MEGA SPAZIALE

Di Roberto Di Meo

 

Nonno spaziale. La missione si chiama Vita (Vitality, Innovation, Techology, Ability) e l'ingegnere spaziale Palo Nespoli, tornerà sulla stazione internazionale per la terza volta con una nuova missione di sei mesi. Perché nonno spaziale? Ebbene Nespoli sperimenterà le sue grandi capacità fisiche all'eta di 60 anni. Tanti ne compirà il 6 aprile, un mese e poco più dalla sua partenza che dovrebbe avvenire il 29 maggio. Sarà, di fatto, l'europeo più anziano tra le stelle. Questo primato appartiene ora al francese Jean Loup Chrètien che nel 1997, a 59 anni, si recò sulla Mir con lo Space Shuttle Altantis dopo tre missioni con la Soyuz. Il più vecchio ad andare nello Spazio è stato John Glenn, che fu il primo americano ad entrare in orbita terrestre, dopo Yuri Gagarin,  il 20 febbraio 1962. Nel1998, a 77 anni, Glen, che è scomparso due mesi fa, viaggiò con la missione STS-95. Paolo Nespoli sta ultimando la sua preparazione tra Houston e Mosca ed è felice di compiere questa nuova importante avventura. Anzi, nel corso della presentazione ufficiale della missione che si è svolta a Roma ha anche detto di essere pronto per Marte.

"Mi chiedono spesso - ha detto l'astronauta - se mi piacerebbe andare su Marte. Ebbene io rispondo così: voi lo prendereste un bel gelato in una torrida giornata estiva? Mi pare che la risposta sia ovvia. In questa missione ci sarà da lavorare duro, saranno sei mesi intensi perché gli esperimenti da fare sono molto importanti e riguardano la biologia, la fisiologia, la tecnologia e l'agricoltura. Ma avrò anche la possibilità di bere un buon caffè con la Isspresso".

Grande entusiasmo, dunque, per il nostro astronauta tricolore che porterà nella stazione internazionale anche la maglia personalizzata con il numero 10, della Nazionale di calcio. Gliel'ha consegnata il presidente della Figc,Carlo Tavecchio. “Porterò con orgoglio questa maglia in orbita – ha dichiarato Nespoli – sono italiano al cento per cento e mi sento azzurro dentro. Quando gioca la Nazionale è difficile resistere al richiamo di tifare per i nostri ragazzi, così come è impossibile per me restare lontano dallo spazio”. 

“E’ un onore – ha sottolineato Tavecchio – avere un nostro astronauta a rappresentare il Paese in una missione così importante. Siamo lieti di consegnargli una maglia con il numero dieci, un numero che di solito nel calcio è sulle spalle del regista e che è un po’ quello che sarà il suo ruolo in orbita”. 

Come abbiamo già detto la missione Expedition 52/53 si chiama Vita, una parola importante, complessa e  universalmente conosciuta. "Essere vivi - dice ancora Nespoli - non vuol dire solo avere un cuore che batte, ma anche un cervello che funziona e mani che lavorano; vivere insieme, credere nello sviluppo, gestire correttamente le risorse, usare l'innovazione per portare questa vita su altri pianeti e migliorarla sulla Terra». E felice come un ragazzino Nespoli ha anche sottolineato che lavorerà con tenacia nel corso della sua missione per portare a termine tutti gli esperimenti che sono stati preparati grazie all'impegno della comunità scientifica italiana e dell'industria del nostro Paese. Il nostro astronauta farà anche da cavia per la scienza. Ad esempio, con una biopsia, gli verranno prelevate delle cellule (una parte di esse resteranno sulla Terra, le altre andranno con lui nello spazio) per studiare l'atrofia muscolare, vedere le differenze e trovare il rimedio. Ma il nostro astronauta avrà anche dei momenti giornalieri per mettersi in contatto con il nostro Pianeta soprattutto con gli studenti delle scuole. "La mia giornata lavorativa - ha detto Nespoli - inizierà alle 7,30 del mattino e si concluderà alle 20,30, ovviamente con una pausa pranzo. Gli esperimenti scientifici saranno complessivamente 13". 

Paolo Nespoli è alla sua terza missione sulla Stazione Spaziale Internazionale. Nel 2007 ha preso parte alla missione Esperia, di due settimane, che ha contribuito alla costruzione della ISS stessa con l’installazione del Nodo 2, al quale è agganciato ora il modulo Columbus. Nel 2010 ha partecipato alla missione MagISStra: restò in orbita 159 giorni 7 ore e 17 minuti. 


Il PRIMATO DELL’ITALIA


L'Italia vanta un eccezionale primato nella corsa allo spazio. E soprattutto le industrie del nostro Paese hanno dato e continuano a dare un contributo notevole grazie alla capacità degli scienziati e all'alta tecnologia. Oltre la metà della stazione internazionale orbitante è stata ideata, progettata e costruita nel nostro paese. Da quanto è stata realizzata l'Italia ha inviato nello spazio, per la ISS, trenta carichi tecnologici, ha effettuato oltre settanta esperimenti scientifici realizzati e progettati da 130 scienziati delle varie università sparse per la Penisola. Il Nodo 2, il Nodo3, la Cupola panoramica e il laboratorio Columbus, sono stati tutti realizzati dalle industrie nazionali. Inoltre il nostro Paese ha fornito ben sette astronauti a partire dal primo, Franco Malerba, che nel lontano 1992, partecipò alla missione Tethered, il satellite al guinzaglio, volando con lo Shuttle. Gli altri astronauti che hanno partecipato alle missioni sono stati Umberto Guidoni, Maurizio Cheli, Roberto Vittori, Luca Parmitano, Samantha Cristoforetti (prima astronauta donna) e Paolo Nespoli che si accinge a compiere la sua terza missione. La stazione spaziale internazionale, avamposto dell'umanità nello spazio, il punto più lontano dalla terra dove vive l'uomo, è stata realizzata grazie alla cooperazione pacifica di quindici paesi: la Russia, gli Stati Uniti, il Giappone, il Canada e 11 paesi della comunità europea tra cui l'Italia che è la terza potenza spaziale mondiale dopo Russia e Usa. Sulla Iss vivono e lavorano sei astronauti (ne arrivano e ne partono tre alla volta) che la raggiungono con la Soyuz, l'unica astronave adibita a volo umano dopo il pensionamento dello Shuttle. I rifornimenti vengono assicurati con dei Cargo spaziali che vengono lanciati sistematicamente, secondo precisi programmi, dalla Russia, Stati Uniti (in ballo ci sono aziende spaziali private) e Giappone. L'Italia, grazie ai suoi tre moduli logistici, ha un accesso privilegiato.