Il Consorzio recupero rifiuti inerti (Coreine) è un’organizzazione che si propone di migliorare la gestione complessiva dei rifiuti da costruzione e da demolizione azzerandone lo smaltimento abusivo. E’ presieduto da Giuseppe Pucci con vice presidente Valter Ciarrafoni e consigliere Filippo Bizzarri.
Il Coreine si è costituito su base volontaria nel 2008 per raccogliere le imprese titolari di impianti di recupero e di smaltimento dei rifiuti inerti nel Lazio.
Fin dalla fondazione, il Consorzio si è proposto come interlocutore della Pubblica amministrazione per la soluzione dei numerosi problemi esistenti nel settore, in particolare con l’adozione di procedure condivise tra la stessa PA e le aziende. Nel contempo, ha promosso tra le imprese associate soluzioni tecniche per: 1) migliorare gli standard gestionali degli impianti; 2) ridurre l’impatto delle attività sulle matrici ambientali;: 3) fare meno ricorso alle cave e maggior ricorso al riciclaggio dei rifiuti inerti allo scopo di tutelare maggiormente l’ambiente e il paesaggio.
Il Coreine mira al miglioramento della gestione dell’intera filiera di recupero dei rifiuti inerti, che va dalla produzione del rifiuto alla vendita delle materie prime secondarie.
L’esperienza acquisita in molti anni di attività nel settore e la conoscenza dei problemi del territorio fanno del Consorzio un soggetto qualificato e deciso ad assumere un ruolo attivo nella gestione di una materia così complessa ma altrettanto ricca di opportunità quale il mondo del riciclaggio dei rifiuti da costruzione e da demolizione.
Il Coreine, da un lato, fornisce assistenza continua e aggiornata sulla normativa vigente agli impianti consorziati; dall’altro, promuove un dialogo costante con gli enti pubblici per soluzioni ai problemi di carattere generale che emergono nell’applicazione delle norme dedicate al settore.
Il Consorzio si occupa in special modo di: 1) promuovere presso gli impianti consorziati l’adozione di standard gestionali conformi alla norma Iso 14001 nonché la certificazione delle materie prime secondarie secondo le norme vigenti; 2) organizzare seminari di aggiornamento professionale sul tema delle gestione dei rifiuti inerti; 3) istituire un tavolo di lavoro con Comuni e Province del Lazio per stabilire procedure attuative delle leggi nazionali e regionali tramite la sottoscrizione di accordi di programma e di linee guida.
Il Coreine ha attivo un programma di seminari e di convegni finalizzati a offrire una formazione costante nel tempo ai propri associati e agli operatori pubblici e privati del settore. Mentre i convegni sono aperti al pubblico, per la partecipazione ai seminari formativi, aziende associate o convenzionate escluse, è richiesta una quota di iscrizione.
Parla il presidente: “standard qualitativi”
Presidente Pucci, che cos'è e a che cosa mira il Coreine?
Il Coreine è un'associazione di imprese che gestiscono rifiuti da costruzione e demolizione. Nei nostri impianti i rifiuti vengono recuperati e riciclati per costituire nuovi materiali da utilizzare nei cantieri oppure, nel caso di rifiuti non recuperabili, vengono smaltiti in discariche dotate di tutti i presidi ambientali.
Il Coreine mira a raggiungere elevati standard qualitativi per i propri associati, nella convinzione che ciò si possa tradurre in migliori performance economiche oltre che ambientali.
È evidente che gli aggregati riciclati non hanno tutte le potenzialità degli inerti naturali, che rimangono insostituibili per alcune applicazioni, calcestruzzi strutturali e così via, ma risultano sicuramente ottimi per malte, rilevati e sottofondi stradali. Senza nulla togliere all’industria estrattiva, quindi, devo comunque sottolineare che le nostre imprese, con il loro lavoro, consentono un risparmio delle risorse naturali non rinnovabili, sottraendo all’ambiente rifiuti per la produzione di materiali rinnovati.
Che ruolo il Coreine ha nella tutela del territorio e dell'ambiente?
Rientra nell'ordine delle cose che il nostro lavoro porta beneficio al territorio e all'ambiente. I nostri impianti sono stati autorizzati a seguito di lunghe istruttorie, nelle quali gli uffici competenti hanno rilasciato il proprio parere e le relative prescrizioni. In altre parole, i progetti presentati sono stati esaminati con molta attenzione. Successivamente, prima di avviare la propria attività, gli impianti sono stati collaudati, spesso durante il normale esercizio i diversi organi preposti (Province, Arpa, Carabinieri del Noe e così via) svolgono le regolari attività di controllo. È chiaro che dopo tanto lavoro e tanti investimenti è interesse delle aziende preservare la propria attività adottando la migliore gestione negli impianti.
Dall'altra parte i nostri "avversari" sono gli abusivi che, commettendo illeciti, creano danni al territorio oltre che alle nostre aziende, e purtroppo i dati di cui disponiamo indicano che ancora oggi gli illeciti sono troppi.
I rifiuti inerti non sono di per sé pericolosi, ma è il loro smaltimento abusivo che ne fa un problema. L'abbandono dei rifiuti, infatti, oltre a costituire un danno economico per i comuni che si ritrovano a dover sanare le aree oggetto di scarichi illeciti (fossi, bordi stradali e addirittura parchi pubblici), costituisce degrado paesaggistico e ambientale del territorio. Si deve osservare che il normale costo di conferimento dei rifiuti da demolizione è di gran lunga inferiore al costo del medesimo rifiuto abbandonato su aree pubbliche, perché quest'ultimo deve essere oggetto di una attività di bonifica dell'area che fa lievitare i costi unitari, peraltro sostenuti dalla collettività.
Ritiene la normativa attuale in tema di inerti sia adatta alle imprese e all'ambiente? O servono dei correttivi? E, in questo caso, quali?
Da tempo riteniamo che la normativa ambientale lasci spazi a dubbi e interpretazioni e per questo abbiamo, nel corso degli anni, promosso tavoli tecnici con la Pubblica amministrazione, che a volte hanno portato a documenti con preziose indicazioni per la gestione delle nostre attività. Importante, in tal senso, è stata una Deliberazione che nel 2012 la Regione Lazio ha emanato: si tratta di linee guida fondamentali per chi svolge il nostro lavoro. La Regione ha utilizzato in questo caso un approccio che riteniamo molto corretto e vincente, convocando sin dall’inizio un tavolo di lavoro con tutti gli attori interessati: gli enti che rilasciano le autorizzazioni, Comuni e Province, l’ArpaLazio che effettua i controlli e le associazioni di categoria, fra cui il Coreine, che hanno contribuito a sviluppare un confronto utile a produrre uno strumento veramente efficace e aderente alla realtà, invece dell’ennesima normativa calata dall'alto. Nello sforzo di conciliare le visioni e gli obiettivi di tutti gli attori in gioco si sono create sinergie positive.
Credo, però, che queste esperienze siano ancora molto limitate e forse legate alla buona volontà di singoli, mentre ritengo che dovrebbe essere uno stile di lavoro per tutti. Auspico che la Regione Lazio organizzi istituzionalmente e periodicamente tavoli tecnici dove ci sia un confronto sia per l'elaborazione di normative tecniche che per la revisione di quelle esistenti dato che, com’è facile immaginare, le tecnologie nel campo dei rifiuti sono in continua evoluzione.
Quali obiettivi si pone il Coreine per il 2017?
Attualmente stiamo dialogando con il Comune di Roma Capitale per contrastare il fenomeno dell'abbandono illegale dei rifiuti, senza peraltro aggiungere ulteriori obblighi normativi ma prevedendo la necessità di autocertificazioni sul corretto conferimento dei rifiuti nel rispetto della normativa.
Il 25 novembre scorso la Giunta capitolina ha deliberato delle indicazioni ai propri uffici che rilasciano titoli edilizi, consistenti in una modulistica unificata da adottare per la tracciabilità dei rifiuti. Sono in corso dei tavoli tecnici per la sottoscrizione di protocolli tra Roma Capitale e le associazioni di settore, tra le quali il Coreine, per il miglioramento della filiera della raccolta e del riciclaggio dei rifiuti.
In conclusione si può affermare che larga parte degli obiettivi del COREINE coincidano con quelli dell'intera collettività. Ritengo che la corretta gestione della filiera dei rifiuti da costruzione e demolizione comporti favorevoli ricadute occupazionali, una riduzione dei costi sociali connessi agli smaltimenti abusivi, di cui si fanno carico gli enti locali, e una ricaduta ambientale assolutamente positiva.
(Ge.Lo.)
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