Che cosa resta della Musica

Di Nicola Carrassi

 

Le Major chiudono uffici, licenziano la forza vendita. I nuovi miti della musica nascono a colpi di click, siano talentuosi o no, abbiano studiato o no. I raccomandati, invece di passare da Sanremo, passano dai Talent, e, oggi, per vincere il disco d’oro basta rivolgersi ad agenzie specializzate. Che cosa resta della musica? Il talento di tanti che non mollano, che inventano nuovi escamotage tra tecnologia e sudore per farsi notare e imporre all’attenzione fuggevole dei nostri tempi, ciò che hanno da offrire. Alessandro Porcella, che incontriamo a Londra, tra i tanti impegni, fa parte del Collettivo di CreAttivi Ryancreation, che proprio quest’anno ha premiato tre ‘sconosciuti’, che non godono di santi in paradiso, ma che hanno un enorme talento. E proprio il Premio Talento Puro è stato assegnato a Pier Caruso, JessiKa, e al giovanissimo Francesco Faggi. Saranno seguiti dal CollettivoCreAttivi -composto da maestranze provenienti da tutto il mondo- per un intero anno, con la collaborazione di EternalMagicOmnia, RCOEUROPE, MustangEntertainment, e PA74 Music di Alessanro Porcella…

Musicista, produttore, performer... quali sono gli artisti che ti hanno ispirato?

Sai prima di essere un musicista, sono soprattutto un appassionato e grande fruitore di musica fin dall’adolescenza. La musica è diventata la mia vita perché ha e ha avuto sempre un ruolo principale. Ci sono moltissimi artisti che amo e che hanno influenzato la mia carriera, potrei farti un elenco chilometrico, ti cito alcuni nomi in ordine sparso: Beatles, Toto, Pink Floyd, Led Zeppelin, Ennio Morricone, Genesis, Police, Stevie Wonder, Elp, Queen, John Williams, David Bowie…

Quando eri ragazzino avevi già deciso che la musica sarebbe stata la tua vita?

No, diciamo che è stato un amore coltivato nel tempo, all’inizio l’ho corteggiata e poi me ne sono innamorato perdutamente. Ho iniziato a capire di avere una predisposizione alle scuole medie grazie alla mia professoressa dell’epoca. Comunque l’amore che provo per la musica e per il mio lavoro non accenna a fermarsi, trovo sempre nuovi stimoli e nuove sfide ed avventure da intraprendere nel mio cammino musicale e non. Insomma,  una vita incredibile.

La tua prima band quando l'hai fondata?

Avevo più o meno 15 o 16 anni, la prima in assoluto credo si chiamasse Wonder Steele, e il primo concerto ufficiale invece con i Neurotica, con amici musicisti della mia città diventati anche loro professionisti. 

C'è una canzone legata al tuo primo amore, alla ‘prima volta’?

Ahahhaha…la mia prima volta è stata a 18 anni, ho iniziato tardi…ahahha!!! Sì in quel periodo era l’epoca delle rock ballad ed era uscita l’anno prima November Rain dei Gun’s & Roses e la mia fidanzatina dell’epoca la ascoltava di continuo. Poi ci sono tantissime altre canzoni che hanno accompagnato diversi momenti della mia vita.  Penso che ognuno di noi abbia la propria colonna sonora che scandisce i momenti più importanti e intensi dell’esistenza.

Tu non solo scrivi canzoni, colonne sonore, ma hai anche una band

Ho diverse situazioni live, suono come tastierista per alcuni artisti importanti ma il primo amore rimane sempre la KAPPAO Band, la mia seconda famiglia. Musicisti eccezionali, fantastiche persone ed amici da moltissimi anni. Per me suonare con loro è come andare al Luna Park, centinaia di serate  e di chilometri fatti di risate, buona musica e tanto tanto divertimento. Spero di continuare ancora per tantissime altre serate on stage live, perché suonare dal vivo e condividere  musica con il pubblico e gli altri componenti della band è un carburante essenziale per ogni musicista ed artista.

Qual è il tuo giudizio sulla musica di oggi?

Ogni epoca ha buona e cattiva musica. Sono una persona sempre ottimista e sono comunque fiducioso che in un prossimo futuro la musica si riappropri della posizione di rilievo e importanza che ha sempre avuto. Oggi si usa la musica per i propri scopi, più per l’apparire che per il voler comunicare qualcosa con l’arte. I ragazzi di oggi hanno troppi stimoli, troppo materiale e troppi contenuti e conseguentemente perdono poco tempo e superficialmente con tutto questo. Io mi nutrivo di musica, consumavo Cd e Vinili e assaporavo ogni nota e sfumatura. Oggi con l’era del tutto FREE si è persa l’emozione e la musica è diventata nella maggior parte dei casi usa e getta.

Il cambiamento deve iniziare da noi e dalle istituzioni, da una maggior consapevolezza e cultura musicale ed artistica in genere. Non voglio sparare sui Talent Show televisivi, già lo fanno in tanti e non è il caso, oggi è il mezzo principale di promozione e comunque noi operatori del settore dobbiamo cercare almeno di comprenderli anche se io personalmente non li approvo.

Una volta palchi di quella importanza per un’artista si raggiungevano a carriera già consolidata, erano un punto di arrivo. Mentre ora sono il punto di partenza per questi giovani cantanti e nella stramaggioranza dei casi non essendo pronti né artisticamente né come esperienza sul palco, non possono che cadere, rimpiangendo e ricordando quell’esperienza come il punto più alto della loro carriera artistica. Questo per me è profondamente sbagliato.

Con Collettivo di CreAttivi, siete arrivati al terzo anno di proficua collaborazione. In più avete un’intensa attività filantropica

Sono orgoglioso dei miei compagni di viaggio: siamo sparsi nel mondo, ma grazie alla tecnologia e a una mente aperta riusciamo a sentirci fianco a fianco. Lavoriamo con un codice etico al passo con i tempi, siamo riusciti ad inglobare competenze e oltre trent’anni di attività e know how, e abbiamo tutti faticato per dare spazio al nostro talento: per questo siamo in prima linea nel campo della meritocrazia e della formazione, che premiano i giovani. Dico solo questo: diamo ai ragazzi, ciò che avremmo voluto trovare noi, ai nostri tempi, alla loro età.


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